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Il PuntoNon c'è coordinamento in Europa. Ognuno va per conto suo nel fronteggiare la crisi. Col risultato che crolla la fiducia. Il summit di Parigi è stato inconcludente. Non perché non si potesse decidere nulla. Il coordinamento può partire dai quattro grandi. Speriamo che misure vengano decise nell'Ecofin e nel Consiglio Europeo di metà ottobre. Per mantenere viva la pressione sui governi continua la raccolta di firme sull’appello pubblicato da questo sito e ripreso dai principali media europei: sin qui 275 economisti europei lo hanno sottoscritto. Le banche italiane sono meno vulnerabili di quelle estere forse perché hanno già scaricato rischi sui clienti con disinvoltura: tassi variabili sui mutui immobiliari e investimenti a rischio a chi non ha la cultura finanziarla per esserne consapevole. Il nostro sistema bancario è inefficiente ed è il più costoso in Europa per i cittadini e imprenditori. Per gli Stati Uniti, dove il piano Paulson è alla sua seconda versione, ci si chiede se non sia giusto ed efficace un maggiore aiuto alle famiglie che non possono pagare i mutui.
Il piano sulla scuola del governo dovrebbe razionalizzare le risorse e riorganizzare la rete scolastica. Ma rischiano di essere risparmi solo sulla carta e manca un progetto educativo. Eppure le alternative ci sarebbero state.
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