venerdì 7 novembre 2008

UNA CASSANDRA A WASHINGTON di Nicola Persico 06.11.2008

La Voce.info - Articoli - Finanza

A scatenare la crisi finanziaria è stato lo scoppio della bolla dei mutui subprime negli Stati Uniti. Ma come si è creata la bolla? Bisogna risalire a due agenzie semiprivate, Fannie Mae e Freddie Mac. Ma anche dare un'occhiata alla carriera di un influente avvocato americano, che contro le due società ha pubblicamente preso posizione. Ed è caduto in disgrazia. Perché le istituzioni troppo grandi e potenti combattono a livello politico chiunque tenti di regolamentarle, senza risparmiare le minacce e senza badare a spese. Due strade per risolvere la commistione pubblico-privato.

A scatenare la crisi finanziaria è stato, si sa, lo scoppio della bolla dei mutui subprime negli Stati Uniti. Ma come si è creata la bolla? Perché le banche hanno erogato prestiti a chi non poteva ripagare i mutui? Per capirlo, bisogna risalire a due agenzie semi-private, Fannie Mae e Freddie Mac: comprano i mutui accesi dalle banche, fino a poco tempo fa senza preoccuparsi troppo della loro qualità. Quindi, le banche potevano accendere mutui senza andare troppo per il sottile, purché i mutui soddisfacessero gli standard (bassi) delle due agenzie e fossero a queste rivendibili.
La domanda successiva, ovviamente, è perché mai le agenzie fossero disposte a comprare mutui ad alto rischio. La risposta è un esempio interessante di come grandi imprese combattano la regolamentazione, talvolta con successo e, nel caso specifico, con risultati catastrofici per il sistema finanziario internazionale.

LA CARRIERA DI PETER WALLISON

Un buon punto di partenza per la nostra storia è la carriera di Peter Wallison.
Peter Wallison è un distinto avvocato di quasi settanta anni e un esperto in materia di mutui. Oggi vive metà dell’anno in Colorado e metà a Washington. Scrive libri, talvolta articoli per il New York Times e il Wall Street Journal, ed è un membro dell’American Enterprise Institute, un think-tank di Washington. Insomma, è certamente una persona interessante e relativamente influente. Si potrebbe dire, tuttavia, che la sua carriera non ha mantenuto le promesse. A quaranta anni, Wallison era il capo dell’ufficio legale del dipartimento del Tesoro, a quarantacinque anni consigliere legale della Casa Bianca per il presidente Reagan. Dopo, per i successivi vent’anni, niente. Cosa è andato storto? Perché in dodici anni di amministrazione repubblicana, Wallison non è mai stato richiamato in gioco?
Una colpa di Wallison è di avere preso pubblicamente posizione contro Fannie e Freddie. Per tutta la sua carriera “post-governativa,” Wallison ha fatto la Cassandra sul mercato dei mutui. Nel 1999 per esempio, in un’intervista al New York Times, disse che Fannie e Freddie stavano creando una pericolosa situazione di azzardo morale analoga alla crisi dei savings and loans del 1980. (1)
In un libro pubblicato nel 2004 riprendeva l’argomento e avvertiva del rischio di una crisi “sistemica” generato dal comportamento irresponsabile di Fannie e Freddie. (2) Oggi sappiamo che aveva ragione.

GUERRA ALLA REGOLAMENTAZIONE

L'argomento di Wallison è che de jure, Fannie e Freddie sono private, e quindi hanno manager i cui salari sono legati in parte al fatturato. Ma de facto, sono sempre state percepite dal mercato finanziario come implicitamente sostenute dal governo Usa, e quindi non soggette al fallimento. Questa percezione ha consentito a Fannie e Freddie di prendere denaro a prestito a tassi molto bassi, e così di eliminare la concorrenza e crescere a dismisura. Col tempo, sono diventati dei giganti: Fannie Mae da sola possiede e garantisce mutui per circa 3 trilioni di dollari, più del 20 per cento del Pil americano. Giganti di questa dimensione giocano duro per mantenere il loro business model, che nel caso di Fannie e Freddie è garanzia governativa e poca regolamentazione della loro attività.
Per difendere il loro modello di business, Fannie e Freddie si sono progressivamente trasformate in “macchine da guerra” politiche. La minaccia più immediata è la regolamentazione: Fannie e Freddie sono regolate dall’Office of Federal Housing Enterprise Oversight e in teoria questo ufficio avrebbe potuto contrastare vigorosamente l’espansione del credito subprime. In pratica, Fannie e Freddie si sono premunite influenzando i politici, che a loro volta hanno esercitato pressioni sul regolatore. L’influenza sui politici ha preso molte forme: per esempio, contributi diretti alle campagne elettorali di politici, repubblicani e democratici, che avessero un ruolo nella regolazione dei mercati finanziari. Fannie e Freddie assumevano poi lobbisti per decine di milioni di dollari l’anno, spendevano decine di milioni di dollari in pubblicità e, attraverso fondazioni, distribuivano milioni in piccoli eventi locali. A prescindere da questi canali di influenza, poi, i loro manager avevano un obbiettivo in comune con i democratici: espandere il credito ai poveri e alle minoranze razziali. Quindi i politici sono stati ben contenti di passare leggi che consentivano più prestiti a queste categorie naturalmente rischiose, e Fannie e Freddie sono state più che contente di ottemperare al mandato.
Nella lotta contro questi “poteri forti,” anche un personaggio influente come Peter Wallison ha scoperto di non avere chance. Innanzi tutto, i politici non avevano interesse ad ascoltare le Cassandre. E poi, Fannie e Freddie giocano duro. Per esempio, Wallison ha rivelato in una intervista televisiva di essersi dovuto dimettere dal consiglio di amministrazione di una impresa finanziaria in affari con Fannie Mae, dopo che il presidente di Fannie Mae aveva fatto sapere che non avrebbe più fatto affari con quell’impresa finchéWallison fosse rimasto in carica. (3) Questo tipo di intimidazione, esercitata con ogni sorta di politici e membri dell’establishment, è valsa a Fannie e Freddie la definizione di “organizzazioni politiche casualmente operanti nel business dei mutui”. (4)
La bolla dei mutui subprime fornisce dunque un esempio evidente della difficoltàdi regolare le grandi istituzioni. La lezione generalizzabile èche tali istituzioni non accettano passivamente la regolamentazione, ma la combattono a livello politico, spesso senza andare troppo per il sottile. Nel lungo periodo, le conseguenze possono essere catastrofiche. Una lezione non irrilevante per l’Italia.
Nel caso di Fannie e Freddie, una caratteristica peculiare èstata la commistione di carattere pubblico e privato. Ed ènecessario risolverla. Una possibilitàèdi rendere queste aziende formalmente pubbliche e quindi sottoporle a una serie di restrizioni che dovrebbero impedire loro di catturare il regolatore. La seconda soluzioneèrendere le aziende pienamente private eliminando l'implicita garanzia statale. Ciòdovrebbe eliminare le posizioni dominanti, dando luogo a una costellazione di aziende piùpiccole e quindi meno capaci di catturare il loro regolatore. La frammentazione renderebbe anche credibile l’eliminazione della garanzia. Senza la garanzia statale, si presume che gli investitori di Fannie e Freddie siano piùattenti alla gestione, riducendo cosìla possibilitàper il management di gonfiare il giro d’affari con prestiti discutibili.
Oggi, Peter Wallison èdi nuovo sulla cresta dell’onda. Viene intervistato in televisione e si era arrivati a parlarne come di un possibile segretario del Tesoro sotto una eventuale amministrazione McCain. Per chi fosse curioso, Wallison propone di risolvere il pasticcio di Fannie e Freddie con la privatizzazione.



(1) New York Times, 30 Settembre 1999 “Fannie Mae Eases Credit To Aid Mortgage Lending” di Steven A. Holmes.
(2) Privatizing Fannie Mae, Freddie Mac, and the federal home loan banks: why and how. Peter J. Wallison, Thomas H. Stanton, and Bert Ely. American Enterprise Institute, 2004.
(3) Il programma televisivo è Q&A with Brian Lamb, puntata del 14 settembre, 2008. La compagnia di Wallison è la Mortgage Guarantee Insurance Corporation.
(4) L’espressione è ripresa dal programma televisivo Q&A with Brian Lamb, puntata del 14 settembre, 2008.

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